Newsletter 10 – Due affreschi votivi tardomedievali restaurati a Perti
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Due affreschi votivi tardomedievali restaurati a Perti
Immagini di devozione domenicana nel Finale a fine Quattrocento
Nell’ambito del progetto MUDIF-Museo Diffuso del Finale, grazie al finanziamento della Fondazione “A. De Mari” di Savona, nella primavera 2022 sono stati restaurati due affreschi che testimoniano la devozione che alla fine del XV secolo circondava il convento domenicano di Santa Caterina in Finalborgo e alcuni dei suoi frati, venerati come beati, come si deduce dai raggi intorno al capo al posto dell’aureola tipica dei santi.
Il restauro è stato condotto da Claudia Maritano e Claudia Cravero, sotto la direzione di Francesca De Cupis, della Soprintendenza ABAP per le province di Imperia e Savona.
Il primo affresco è conservato nella chiesa di San Sebastiano di Perti, fondata intorno al 1490 dai Del Carretto sul fondovalle del Pora. Il dipinto raffigura il beato domenicano fra’ Damiano Fulcheri, originario di Perti e morto a Reggio Emilia nel 1484, colto nell’atto di benedire da un pulpito ligneo. Ai suoi piedi, ai lati di un religioso colto mente confessa, sono presenti due gruppi di fedeli, gli uomini a sinistra e dall’altro lato le donne, con i capelli raccolti da nastri avvolti “a ciambella” secondo un’acconciatura tipica della Liguria tardomedievale.
La scritta in caratteri gotici in basso con tramanda la data di esecuzione e il nome del committente: [+MCCCCL]XXXXIII die XIII agusti•hoc opus [fecit fieri B]ernardus Balestrerius pro devocione sua (1493 il 13 agosto, questa opera è stata eseguita grazie alla devozione di Bernardo Balestrero).
Il secondo dipinto fu invece realizzato sulla parete laterale destra all’interno della chiesa di Nostra Signora di Loreto a Perti, anche nota come la “chiesa dei cinque campanili” per i quattro pinnacoli angolari e la lanterna centrale che la caratterizzano.
Questa piccola chiesa, calata in un ambiente rurale dell’entroterra finalese, costituisce uno dei più sorprendenti esempi di architettura rinascimentale che ci sono pervenuti in Liguria. Anche sulla base dello stemma Del Carretto-Adorno posto su una targa in Pietra di Finale murata su un pilastro angolare, la fondazione della chiesa è stata ricondotta a Giovanni I Del Carretto e a Viscontina Adorno, le cui nozze furono celebrate nel 1452.
L’affresco restaurato, e quindi ora meglio leggibile, raffigura due figure di beati con l’abito domenicano collocati in nicchie dipinte ornate ad arabeschi e separate da una colonna sormontata da uno stemma Del Carretto “a testa di cavallo”.
Il personaggio a sinistra è ancora fra’ Damiano Fulcheri, che regge in mano un libro; l’altro -molto più anziano- porta l’abito dei conversi domenicani con la scapolare nero e stringe tra le mani un rosario, mentre delle chiavi pendono dalla sua cintura. Già identificato col beato Vincenzo Maglio da Orco (+1463), è stato invece più correttamente interpretato da Francesca De Cupis come Ilario da Mantova, converso nel convento di Santa Caterina dove morì nel 1498.
Ai suoi piedi si intravede una testolina di fanciullo, che induce a ipotizzare come l’affresco possa essere stato realizzato nella cappella gentilizia carrettesca forse per la grazia di una guarigione.
Non è noto l’autore dei due dipinti, accomunati da un fondo giallo ornato in rosso, a imitazione dei fondi dorati dei dipinti medievali. Massimo Bartoletti li ha ricondotti a un anonimo pittore piemontese, forse originario del Monregalese, attivo nel Finale e impegnato a realizzare su committenze private semplici affreschi devozionali, che costituiscono gli unici motivi decorativi pittorici in importanti edifici rinascimentali collegati alla committenza dei Del Carretto.
[G.M.]
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