Il trionfo dei Del Carretto a Finalborgo 1452

Il trionfo dei Del Carretto a Finalborgo 1452
Scultori lombardi in Liguria
In Piazza San Biagio a Finalborgo, sul fronte interno delle mura medievali, si può osservare uno splendido bassorilievo in marmo bianco raffigurante l’arma araldica dei Del Carretto.
Questa scultura, ricomposta da alcuni frammenti con ampie integrazioni, costituisce uno dei più significativi esempi di scultura celebrativa riconducibile a maestri di origini lombarde attivi in Liguria nel XV secolo.
La grande targa quadrata reca infatti uno scudo ‘da torneo’ con lo stemma Del Carretto, sormontato da un elmo “a becco d’uccello”, con cercine e ricchi lambrecchini fitomorfi decorati a traforo e uno sfarzoso cimiero costituito da un busto d’aquila incoronata ad ali spiegate, simbolo della fedeltà alla causa imperiale. Ai lati del cimiero, sono presenti due cuori affiancati e uniti da una corona marchionale e, a destra, una lettera “C” gotica, per Carretus.
Con un chiaro riferimento al nome della famiglia marchionale, lo scudo è collocato su un carro a quattro ruote con alte sponde, trainato da due leoni coronati e aggiogati, ambientati in un paesaggio roccioso con motivi floreali di tradizione tipicamente lombarda.
Il bassorilievo era originariamente collocato sulla vicina porta Carretta, sostituita durante la dominazione spagnola dall’attuale arco di porta Reale.
Come narra l’umanista Giovanni Mario Filelfo nel suo Bellum Finariense, riportato nella traduzione italiana: Giovanni innalzò la porta rivolta verso il mare, sulla quale c’è una lapide scolpita con lo stemma dei Del Carretto e due cuori incoronati… Ma sulla lapide della porta verso il mare, di cui si è detto prima, c’è scolpito un carro a quattro ruote tirato da leoni, indicante che il leone offerto ai finalesi nel vessillo è entrato a servizio del marchese; in essa ci sono anche tre versi che io stesso ho composto: “L’anno 1452 / il giorno di Santa Caterina [25 novembre] cinse questa scultura di marmo / l’autore era Giovanni, dell’illustre stirpe Del Carretto”.
La targa si inquadra quindi nell’ambito della ricostruzione del Burgus Finarii dopo le distruzioni legate alla guerra con Genova del 1447-1449 e alla riconquista del marchesato da parte di Giovanni I Del Carretto nel dicembre 1450.
Il bassorilievo appare riconducibile a uno dei molti scultori di origini lombarde attivi a Genova e in Liguria nel XV secolo.
Un tempo ricondotta alla bottega di Giovanni Gagini da Bissone, località sulla sponda orientale del lago di Lugano, è stata più di recente ricondotta a un altro maestro, Giovanni da Bissone, la cui presenza nel Ponente ligure è attestata a Pigna, dove nel 1450 firmò il rosone della chiesa di San Michele.
Sempre a maestri lombardi provenienti dall’area dei laghi sono riconducibili i prestigiosi portali genovesi con il trionfo dei Doria, in Via David Chiossone, e degli Spinola, in Via della Posta Vecchia, nei quali il carro trionfale è inserito in corte di armati e figure mitologiche.
Alle nozze tra Giovanni I e Viscontina Adorno, contratte per procura nel 1451 e celebrate il 3 febbraio dell’anno seguente, fa riferimento la presenza dei due cuori coronati scolpiti sulla targa.
Nel bassorilievo compaiono anche due piccoli conigli, uno eretto sulle gambe posteriori accanto ad alcune ghiande sul margine destro, un altro più piccolo ai piedi dei leoni.
Nella cultura cortese che permeava le corti signorili rinascimentali, questo prolifico animale era un simbolo di fertilità: auspicio non fu più propizio, in quanto dalle nozze di Giovanni con Viscontina nacquero ben nove figli maschi e una femmina.
La targa scolpita, ridotta in frammenti probabilmente al momento del distacco dalla sua collocazione originaria, fu ricomposta e murata in una elaborata cornice in cemento nella posizione attuale, con ampie e precarie reintegrazioni in cemento. Una iscrizione ricorda l’evento avvenuto in occasione dell’Anno Santo 1950 e nel primo anniversario della celebrazione della Madonna Pellegrina del 1949.
Vista anche l’importanza non solo locale dell’opera, sarebbe auspicabile un intervento di restauro che arrestasse il degrado della scultura e la sua sostituzione con una copia in modo da consentire una migliore conservazione di una delle più importanti opere che testimoniano l’attività di maestri scultori lombardi attivi in Liguria nel XV secolo.
[G.M.]