La “torre dei diamanti” in Castel Gavone
Fine XV secolo
Un magnifico esempio rinascimentale di architettura del potere
La “torre dei diamanti” in Castel Gavone costituisce uno dei più prestigiosi esempi di edificio rinascimentale europeo con funzioni militari e residenziali.
Questo splendida manifestazione di “architettura del potere” deve il suo nome al paramento a bugnato piramidale lavorato a “punta di diamante”, che riveste i suoi fianchi.
Nei vani interni alla torre si conservano affreschi cinquecenteschi, con scene mitologiche e motivi rinascimentali, riconducibili agli ambienti residenziali della famiglia marchionale, i Del Carretto, signori del Finale.
APPROFONDIMENTI – Torre dei diamanti
La “torre dei diamanti” fu costruita intorno al 1490, nell’ambito dell’ampliamento degli spazi residenziali di Castel Gavone attribuito a Alfonso I Del Carretto. Questo intervento integrò le strutture del castello ricostruito da Giovanni I dopo la distruzione genovese del 1450 al termine della “Guerra del Finale”.
Non è noto il nome dell’architetto al quale attribuire il progetto e la costruzione della torre. E’ peraltro possibile ritrovare la sua forma particolare, riconducibile al modello geometrico del diedro, in disegni contenuti nei trattati del pittore, scultore e architetto senese Francesco di Giorgio Martini (1439-1502). Costui fu uno dei più originali protagonisti del rinnovamento dell’architettura rinascimentale italiana e prestò la sua opera al servizio di potenti famiglie del periodo: i Montefeltro, i sovrani aragonesi nel Regno di Napoli, gli Sforza in Lombardia, i Della Rovere nelle Marche.
Anche il rivestimento dei fianchi sfuggenti con un ricercato bugnato “a punta di diamante”, realizzato utilizzando vari tipi di Pietra di Finale locale con differenti sfumature cromatiche, trova confronti con prestigiosi edifici rinascimentali, tra i quali si possono ricordare il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, quello delle faccette nel Cremlino a Mosca, la Ca’ del Duca a Venezia, la dimora dei Sanseverino a Napoli. Nella sua concezione e nel suo originale apparato murario, la torre finalese si ispira a contesti culturali nei quali si sperimentavano forme architettoniche d’avanguardia e si ideavano nuovi modelli di una prestigiosa e ricercata “architettura del potere”.
L’interno della torre si sviluppava su più piani uniti da una scala a chiocciola. Gli ambienti avevano soffitti a volte e lunette decorate con affreschi cinquecenteschi raffiguranti scene mitologiche e motivi dipinti a candelabre, che rivelano la funzione residenziale degli spazi destinati alla famiglia marchionale.
La torre, già denominata come la “torre dei diamanti” in un documento del 1557, fu risparmiata dalla distruzione genovese del 1715, quando furono demolite le sole volte interne.
Dopo il recente intervento di restauro di Castel Gavone, il visitatore può rivivere la suggestione degli ambienti residenziali salendo lungo i vari livelli abitativi fino a raggiungere la cannoniera sulla sommità della torre, da dove si dominano le valli circostanti e lo sguardo può spingersi fino al mare.
COME ARRIVARE
TORRE DEI DIAMANTI
Come raggiungere il Sito
Castel Gavone è raggiungibile a piedi o con bike partendo da Finalborgo e percorrendo la strada Berretta, oppure tramite la strada di collegamento per Perti Alta, che si distacca in località san Sebastiano dalla provinciale per Calice Ligure.
Visita
La visita al sito rientra nel progetto “Open door Open art” promosso dal MUDIF.
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La visita al sito rientra nel progetto “Open door Open art” promosso dal MUDIF
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