Varigotti: tra San Lorenzo vecchio e San Lorenzo nuovo

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Varigotti: tra San Lorenzo vecchio e San Lorenzo nuovo
Nel 1870, lo storico savonese Nicolò Cesare Garoni descriveva la chiesa di San Lorenzo vecchio a Varigotti, posta “sul ripiano di una rupe sovrastante alla strada provinciale, fra giunchi, vepri ed erbe maligne, … che il viaggiatore, alzando gli occhi dalla strada, dubiterebbe sia per cadergli sul capo”.
All’interno dell’antica chiesa “dietro all’altar maggiore pende una tavola a tre scompartimenti, obbliterata dalla polvere, in cui si raffigurano, in cima il Padre eterno, sotto Nostra Donna col bambino, dai lati san Benedetto e san Bernardo, institutori e patroni dei monaci di Lerino e di Varigotti e san Pietro e san Paolo, tutti con nimbi che già furono d’oro. Alla dritta della Vergine si leggono in lettere maggiori questi due versi:
Se per diletto cercando ten vai / Cerca Giesù che contento sarai
e a sinistra, Anno Domini MDLXXXIV e varii nomi e quello fra gli altri di un praepositus, dei quali non ho preso nota”.
Grazie alla collaborazione del parroco don Lorenzo Cortesi e al rapporto con la Diocesi di Savona-Noli istituito negli ultimi anni per la valorizzazione del patrimonio culturale finalese, sono state collocate presso il presbiterio e sugli altari laterali delle targhe, realizzate da Giovanni Murialdo per i testi e dalla designer Rossana Managlia per l’impostazione grafica, che descrivono le importanti opere di pittura e scultura conservate nella chiesa, costruita tra il 1634 e il 1659 durante la dominazione spagnola sul Finale, per essere definitivamente consacrata nel 1690.

Sabato 22 marzo 2025, alle ore 15.00, nell’ambito del progetto “MUDIF – Un magnifico museo diffuso”, sarà possibile vedere insieme il polittico di Varigotti, dopo il recente restauro collocato nella chiesa di San Lorenzo nuovo, sulla Via Aurelia.
Il dipinto riconducibile a un ignoto – e ingenuo – artista locale costituisce un importante riferimento della devozione del tardo Cinquecento degli abitanti di Varigotti.
In realtà, probabilmente per il buio all’interno della chiesa e per le cattive condizioni del dipinto, il Garoni dimenticò di menzionare l’immagine centrale del polittico raffigurante San Lorenzo con la palma del martirio e la graticola sulla quale fu arso, sorretta con la mano destra. Anche il santo nello scomparto laterale destro non è San Paolo, bensì il fratello di Pietro, Sant’Andrea, nell’atto di sorreggere la croce decussata sulla quale patì il martirio.
Nel polittico troviamo quindi l’immagine dei due apostoli Pietro e Andrea, che come noto erano dediti alla pesca nel Lago di Tiberiade in Galilea, dove incontrarono il Cristo. Non è quindi casuale la presenza nella chiesa parrocchiale di Varigotti dell’immagine di questi due santi, sui quali si indirizzava la devozione dei pescatori.
Dopo il restauro leggiamo agevolmente anche i nomi dei committenti dell’opera: il parroco don Pietro Averto e i massari Giorgio Mendaro e Battista Mauro.


Nella chiesa potremo inoltre ammirare lo splendido tabernacolo in legno dorato, studiato di recente da Magda Tassinari alla quale si deve l’individuazione dell’esecutore e il corretto inquadramento dell’opera. L’imponente “custodia” lignea a tempietto, destinata alla conservazione delle ostie in base alle prescrizioni del concilio di Trento, fu realizzata nel 1645 per l’altare maggiore della nuova chiesa di San Lorenzo da Galeazzo Barone, “bancalario” genovese di origini lombarde.
Si tratta di un raro esempio di tabernacolo ligneo, smontato e collocato nella sacrestia dopo la costruzione del nuovo maestoso altare maggiore in marmi policromi realizzato nel 1716 dallo scultore Pietro Ripa, appartenente a una famiglia di marmorari che a inizio secolo da Genova aveva trasferito la propria bottega a Finalmarina.
[G.M.]
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