Newsletter 08 – Una medaglia di Antonio Abondio per Alfonso II Del Carretto
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“I forti sono messi alla prova dalla violenza dei colpi”.
Una medaglia di Antonio Abondio per Alfonso II Del Carretto
Nella recente asta del 30-31 ottobre 2020 della casa Gadoury di Monaco Montecarlo è stata aggiudicata una magnifica medaglia commemorativa di Alfonso II Del Carretto.
La medaglia, in mistura d’argento (D. 29,6 mm; 12,05 g), reca al D/ il busto di profilo di Alfonso II con gorgiera e corazza e la dicitura: Alfon(sus)·II·princ(eps)·et·vic(arius)·per(petuus)· S(acri)·R(omani)·I(mperii)·mar(chio)·Fina(rii)·Clasti(gii)·co(mes); in margine, a destra, la sigla AA.
Al rovescio è presente uno scoglio circondato dal mare, battuto dalle onde e dal soffio dei venti, col motto: Probantur fortes impetu, cioè “I forti sono messi alla prova dalla violenza dei colpi”.
Si tratta di una medaglia già nota per un esemplare conservato presso la sezione delle medaglie italiane del British Museum (Attwood P., Italian medals c. 1530-1600 in British public collections, London 2003, n. 115, p. 450).
Alfonso II vi è descritto come principe e vicario perpetuo del Sacro Romano Impero, oltre che come marchese di Finale e conte di Casteggio, nel Pavese, bene quest’ultimo proveniente dall’asse ereditario della madre Ginevra Bentivoglio.
La sigla AA sul margine della medaglia consente di individuare il suo esecutore in Antonio Abondio (Riva del Garda 1538-Vienna 1591), figlio di Antonio Abondio padre, artista originario di Ascona in Canton Ticino. Antonio figlio raggiunse Vienna nel 1566, dove lavorò per Massimiliano II e dal 1576 per Rodolfo II. Passò in seguito a Praga dove si trasferì definitivamente nel 1583.
La ricca serie di medaglie prodotte dall’Abondio per la famiglia imperiale e per importanti personaggi della corte asburgica è caratterizzata da un grande realismo delle fisionomie, associato a un classico senso della disposizione del disegno di grande forza espressiva, con chiari riferimenti alla migliore tradizione della medaglistica italiana del periodo.
Di Alfonso II sono note altre medaglie commemorative. La prima, attribuita all’incisore svizzero Lorenz Rosembaum (not. 1521- post 1570), lo ritrae all’età di trentatre anni, forse durante il suo soggiorno presso la corte imperiale riunita ad Augusta nel 1559, poco dopo il forzato allontanamento dal Finale e l’inizio del lungo esilio.
Un’altra medaglia ovale, datata 1564, celebra il titolo di principe e vicario imperiale concessogli nel 1561 da Ferdinando I, che tre anni dopo confermò l’appartenenza del feudo imperiale del Finale ad Alfonso II e intimò invano a Genova e a Filippo II di Spagna di riconsegnare il marchesato al legittimo titolare.
Anche in questa medaglia, al rovescio ricorre l’impresa con lo scoglio circondato da un mare agitato e il motto Probantur fortes impetu, adottato da Alfonso II per il suo ingresso col nome di “il Fermo” nell’Accademia degli Affidati, istituita a Pavia nel 1562.
L’impresa simboleggia le vicende che caratterizzarono la vita di questo marchese, travolto dagli interessi che si concentrarono sul suo feudo finalese, ai quali cercò invano di opporsi fino alla morte avvenuta nella lontana Vienna nel 1583.
Alle medaglie commemorative carrettesche è dedicato un capitolo curato da Giovanni Murialdo e Magda Tassinari nel volume I Del Carretto. Potere e committenza artistica di una dinastia signorile tra Piemonte e Liguria (XIV-XVI secolo), di imminente pubblicazione.
[G.M.]
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