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  • Newsletter 22 – Palazzo Ricci e il suo tesoro: la fonoteca del Finale

Newsletter 22 – Palazzo Ricci e il suo tesoro: la fonoteca del Finale

…tra arte e archeologia, un territorio per te…

Palazzo Ricci e il suo tesoro: la fonoteca del Finale

Da elegante dimora cinquecentesca a luogo di cultura

Il palazzo attuale, con l’annessa torre merlata, è riconducibile alla ristrutturazione voluta nel 1529 da Giovanni Battista Ricci, un facoltoso personaggio appartenente a una famiglia radicata in vari centri della Riviera di Ponente, tra Albenga e Savona.
Al palazzo si accedeva dall’attuale Via del Municipio, attraverso il grande portale in pietra nera con la Vergine col Bambino tra angeli nell’architrave, due tondi con profili all’antica sugli stipiti e due ricci scolpiti nelle basi.
Lo stemma della famiglia e le iniziali I.B.R., per Giovanni Battista Ricci, sono presenti in molte delle ardesie scolpite che decorano l’edificio.
La loro realizzazione deve essere ricondotta a una delle numerose botteghe di scultori locali che tra Quattro- e Cinquecento erano impegnati nella produzione di sovrapporte e cornici di portali, celini, peducci e chiavi di volta in ardesia. Il repertorio decorativo comprende motivi religiosi (la Vergine Annunziata, il Padre eterno, il trigramma IHS per Iesus), elementi floreali, busti di guerrieri “all’antica”, oltre ovviamente al riccio, divenuto elemento iconico del palazzo.
In marmo furono invece realizzate le colonne, con eleganti capitelli tardo-corinzi, e le balaustre del vano scala interno, che conduce alle sale del piano nobile, illuminate da grandi bifore rettangolari con colonnina centrale e sormontate da un oculo.

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Palazzo Ricci androne

Dopo il passaggio della proprietà alla famiglia Massa e nel 1838 ai savonesi Salamone, nel 1863 divenne sede del municipio di Finalborgo, degli uffici comunali e del vicino penitenziario, della scuola femminile.
Al secondo piano fu dipinta la volta della grande sala con stemmi carretteschi e fu ricavata la sala consiliare municipale, dove vennero collocati i busti di re Vittorio Emanuele II e dei finalborghesi illustri, realizzati nel 1880 dallo scultore genovese Giovanni Scanzi (1840-1915).
A questo periodo deve essere ricondotta la scala su Piazza Santa Caterina, che immetteva al portico con terrazzo, per la cui realizzazione furono reimpiegate colonne in marmo con la data agosto 1538, donate dalla fabbriceria di San Biagio nel 1871.

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Ora destinato ad attività culturali, Palazzo Ricci ospita le sezioni speciali della Biblioteca Mediateca finalese. La “Banca delle immagini” conserva una ricca collezione di fotografie storiche, mentre la fonoteca, col suo ricchissimo patrimonio di incisioni e documenti, costituisce uno dei luoghi liguri più importanti per la storia della musica, recentemente arricchitosi di un originale strumento musicale: un autopiano, o pianoforte meccanico “Phonola”, che grazie a rulli rotanti era in grado di fare suonare in modo automatico un pianoforte.

[G.M.]

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