Newsletter 15 – Un “Rubens” a Finalborgo
…tra arte e archeologia, un territorio per te…
Un “Rubens” a Finalborgo
L’Assunzione della Vergine nella basilica di San Biagio
È l’anno di Pieter Paul Rubens (1577-1640) e Finalborgo intende partecipare a questo evento. A Genova, dal 6 ottobre e fino al 22 gennaio, in Palazzo Ducale è aperta l’importante mostra “Rubens a Genova”, nel 400° anniversario dell’edizione ad Anversa (1622) del volume con i disegni dei prestigiosi palazzi e chiese genovesi disegnati dall’artista fiammingo. La mostra intende proporre l’ambiente artistico e sociale genovese, colto nel pieno del suo sviluppo economico e finanziario.
Rubens soggiornò a Genova a più riprese tra il 1600 e il 1607, anche al seguito del duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga, attratto dal fascino della città per la cui aristocrazia realizzò una serie di dipinti e soprattutto rivoluzionari ritratti di esponenti di alcune delle più prestigiose figure dell’élite cittadina.
Alla sua presenza a Genova e al forte legame con la committenza locale sono riconducibili i due dipinti nella chiesa del Gesù: la Circoncisione del Cristo (1605), destinato all’altare maggiore, e il Miracolo di Sant’Ignazio (1619-20), eseguito su commissione di Marcello Pallavicino dopo il definitivo rientro ad Anversa dell’artista nel 1608.
La grande eco che le opere rubensiane riscossero nell’ambito della pittura del Seicento europeo, e “l’onda lunga” che esse generarono, trovano una loro conferma nella presenza sulla parete destra del presbiterio della basilica di San Biagio in Finalborgo di una copia dell’Assunzione della Vergine, una delle principali pale da altare realizzate da Rubens.
Come noto, l’attuale basilica di San Biagio è l’esito di una radicale ricostruzione della precedente parrocchiale, su un impianto a tre navate sorrette da pilastri, avvenuta tra il 1634 e il 1659, con una definitiva consacrazione solo nel 1690.
Nell’ambito della graduale elaborazione degli arredi di culto e della decorazione pittorica di altari e interni, di fatto conclusasi nel 1911, rientrano le tele realizzate tra il 1721 e l’anno successivo da Pier Lorenzo Spoleti (1680-1726), il pittore finalese noto soprattutto per le sue doti di buon copiatore di prestigiose opere altrui, conosciute attraverso le loro versioni a stampa che circolavano per l’Europa.
Al di sopra dell’organo, in sostituzione dell’antico polittico con San Biagio realizzato da Raffaele De Rossi nel 1520 circa per l’altare maggiore della precedente parrocchia, in una grande cornice ovale è ora inserito un San Filippo in Gloria (1721), mentre sulle pareti interne del presbiterio nel 1722 furono collocate le due grandi tele con la Trasfigurazione del Cristo da Raffaello, a sinistra, e l’Assunzione della Vergine, da Rubens, a destra.
Con poche varianti, a oltre un secolo dalla realizzazione dell’originale, lo Spoleti riprese la grande tela dipinta a olio da Rubens nel 1625-26 per l’altare maggiore della cattedrale di Nostra Signora ad Anversa. In essa, sopra al sepolcro ormai vuoto, intorno al quale si assiepano gli apostoli e alcune pie donne, un volo di angeli eleva e incorona la Vergine innalzata verso il cielo in un vortice di nubi.
È quella stessa concezione ascensionale che alcuni decenni dopo sarà alla base di quell’estroso gioco di fantasie e menzioni bibliche che animano il vortice di nubi spinte verso l’alto dal soffio degli angeli nel pulpito in marmo col carro di Ezechiele e i simboli apocalittici degli evangelisti, realizzato nel 1765 da Pasquale Bocciardo in uno dei più riusciti ‘spettacoli’ del tardo manierismo scultoreo del Settecento genovese.
Per altre notizie sulle opere dello Spoleti in San Biagio si rimanda alla precedente Newsletter MUDIF dedicata alla Trasfigurazione di Raffaello.
[G.M.]
NEWSLETTER – ARTE
RIMANI AGGIORNATO
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
RIMANI IN CONTATTO