Paleolitico
Una vicenda durata migliaia di anni: la preistoria del territorio
Le specie umane di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico hanno lasciato molte testimonianze della loro presenza nel Finale, un territorio di riferimento della Preistoria europea.
Il Finalese, per la sua elevata presenza di grotte, ha conservato eccezionali testimonianze della più antica preistoria umana, divenendo un luogo di riferimento per le ricerche archeologiche in Europa.
PALEOLITICO – 350.000-8.000 anni fa
Da almeno 350mila anni fa, durante il Paleolitico Inferiore popolazioni dedite alla caccia e alla raccolta di vegetali spontanei e frutti hanno abitato questo territorio, disponendo di una notevole diversità di ambienti e risorse.
Attraverso cambiamenti climatici estremi, caratterizzati dall’alternanza di glaciazioni e periodi particolarmente caldi, tre specie umane hanno popolato il Finalese: Homo heidelbergensis, Uomo di Neanderthal e Homo sapiens.
Questi diversi tipi di uomini hanno prodotto utensili in pietra scheggiata sempre più perfezionati, che oggi riemergono dagli scavi archeologici insieme a resti ossei, costituendo preziosi indizi per ripercorrere le caratteristiche culturali ed evolutive di queste varie specie umane.
In particolare, nel Finalese sono particolarmente importanti le testimonianze riconducibili all’uomo di Neanderthal e a Homo sapiens, la specie umana attuale.
I resti neanderthaliani, datati a circa 70mila anni fa scoperti nella Caverna delle Fate e nell’Arma delle Mànie, oltre alla sepoltura del “Giovane Principe” della Caverna delle Arene Candide, risalente a 28mila anni fa circa, hanno rilevanza internazionale.
Nel Finalese, grazie a centocinquanta anni di ininterrotta attività di ricerca e di scavo nei numerosi siti archeologici del territorio, oggi è possibile ripercorrere per intero la lenta evoluzione delle specie umane preistoriche e delle tecniche di scheggiatura della pietra, impiegate da queste popolazioni per realizzare strumenti sempre più complessi, indispensabili per la loro sopravvivenza. Queste testimonianze rivivono nel percorso espositivo del Museo Archeologico del Finale a Finalborgo.
Le numerose sepolture paleolitiche rinvenute nelle grotte finalesi hanno inoltre permesso di conoscere le suggestive ritualità di queste genti.
Si tratta di una lenta evoluzione durata oltre 300 mila anni, che si concluse con gli ultimi cacciatori-raccoglitori del Mesolitico, che intorno a 8mila anni fa videro sbarcare sulle coste finalesi genti provenienti da lontano: erano gli agricoltori-allevatori del Neolitico, portatori di nuove conoscenze che rapidamente si imposero e diffusero.